IL SEGRETO DI MOZART

 

 

Era mercoledì santo e pioveva quando, l’11 aprile del 1770, Leopold Mozart e suo figlio Wolfgang, giunti a Roma, assistono alla messa nella Cappella Sistina e ascoltano il celebre Miserere di Allegri.
Un brano secretato, che era eseguito due volte l’anno e che era talmente prezioso da esser stato vietato ai musicisti, pena la scomunica, di far circolare lo spartito. Dopo la messa, il quattordicenne Mozart, riscrive integralmente il Miserere a memoria.

In una lettera che tre giorni dopo Leopold scriverà alla moglie, si legge tra le abituali informazioni: «Ebbene, noi ce l’ abbiamo. Wolfgang l’ ha trascritto a memoria…».
Cos’è successo? Semplice: il giovane Mozart, dopo aver sentito l’ opera dell’Allegri per la prima volta, fu in grado di trascriverla sul pentagramma nota per nota, come se qualcuno gliela avesse dettata.
Un episodio quasi leggendario, che interessa ed affascina scienziati e ricercatori di tutto il mondo.
Esiste un metodo o una particolare strategia di pensiero che permette di raggiungere questi risultati, di aumentare la capacità di apprendimento e di memorizzazione delle conoscenze musicali? Certamente si, e la risposta è in una nuova e rivoluzionaria teoria sull’intelligenza, ideata dal Dr Vincenzo Galatro e divulgata nel suo innovativo ed originale libro “Il segreto di Mozart”.

 

 

INTELLIGENZA MUSICALE

Nel libro “Il segreto di Mozart”, il Dott. Vincenzo Galatro rivela una nuova e rivoluzionaria formula sull’intelligenza musicale. Una teoria che, attraverso studi e ricerche empiriche, ha dimostrato la sua validità sia a livello pratico-operativo che scientifico.
Questa teoria, nuova nel mondo, spiega in modo semplice, ma rigoroso, le strategie di pensiero utilizzate da W. A. Mozart nelle sue più straordinarie ed eccezionali performance musicali.

 

 

Nel nostro cervello esistono centri “intelligenti” e specializzati nell’apprendimento musicale, ed è grazie all’attivazione di questi circuiti cerebrali che entra in azione l’intelligenza musicale.
Lo sviluppo di specifiche abilità musicali attraverso l’utilizzo dei c.d. “neuroni della musica” è stata la prima applicazione pratica e operativa dell’intelligenza engrammatica.
L’intelligenza musicale è una delle tante intelligenze che possiede l’essere umano (c.d. teoria delle intelligenze multiple).
L’intelligenza engrammatica è proprio l’interrutore che accende tutti i sistemi multipli di intelligenza.
Le più recenti ricerche nelle neuroscienze evidenziano come l’ascolto e la pratica musicale abbiano effetti positivi sulle facoltà cognitive, attivando un numero di parti del cervello superiore a qualunque altra attività umana.
L’intelligenza musicale non è una prerogativa dei soli musicisti, ma può essere sviluppata attraverso un apposito training cognitivo. Così come non vi sono persone del tutto prive di intelligenza, non esistono persone del tutto prive di intelligenza musicale.
Le neuroscienze dimostrano la capacità della musica di sviluppare l’insieme delle abilità cognitive del nostro cervello.
Già in passato la musica era considerata la più elevata delle discipline, tant’è che lo stesso filosofo Platone , più di duemila anni fa si esprimeva così: “Vorrei insegnare alle persone la musica, la fisica, la filosofia: ma soprattutto la musica, perché nel modello della musica sono contenute le chiavi dell’apprendimento”.
L’intelligenza musicale si compone di razionalità ed emotività, ragione ed emozioni, mente e cuore. Nell’intelligenza musicale c’è logica, matematica, ragionamento, ma anche intelligenza emotiva, capacità di sentire, trasmettere e comunicare grandi emozioni.
L’intelligenza musicale è una dimensione dove vivono in equilibrio pensiero ed emozioni. Lo stesso Mozart diceva: “Tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita”.
Nella musica c’è scienza e arte.
Non si può imparare soltanto attraverso la razionalità, ma bisogna utilizzare anche le importanti e fondamentali risorse umane ed emozionali, per superare pensieri radicati e obsoleti che talvolta ci impediscono di vedere l’armonia del creato e la bellezza intorno a noi.
Per questo, vi lascio con una riflessione sulle parole di William Blake, poeta inglese del XVIII secolo:

Vedere un mondo in un granello di sabbia,
e un Paradiso in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo della mano,
e l’eternità in un’ora…
Dio appare, e Dio è luce,
per le povere anime che dimorano nella notte.

Per maggiori informazioni sull’intelligenza musicale e sulla relazione tra musica e intelligenza, si consiglia di visitare il seguente indirizzo internet: www.ilsegretodimozart.com