LE TEORIE SULL’INTELLIGENZA
L’intelligenza è un fenomeno complesso e diverse sono le teorie proposte nell’ambito della ricerca psicologica.
Tuttavia, il concetto di intelligenza resta ancora in attesa di essere definito in maniera adeguata.
Generalmente, essa viene definita come la capacità di adattarsi alle situazioni in modo efficace, di affrontare e risolvere i problemi attraverso il buon uso della razionalità (c.d. capacità di problem solving), di comprendere velocemente fatti e situazioni, rispondendo in modo adeguato alle situazioni della vita, adottando “comportamenti intelligenti”.
Esistono diversi test standardizzati che misurano e valutano l’intelligenza, classificando i risultati secondo un punteggio, il Q.I. o Quoziente di intelligenza (Intelligence Quotient o I.Q.)
Secondo Wechsler l’intelligenza è:“L’aggregato o la capacità globale dell’individuo di agire con uno scopo, di pensare razionalmente e di confrontarsi in maniera efficace con il proprio ambiente…”.
Inizialmente si riteneva che l’intelligenza fosse da ricondurre a un fattore generico di abilità mentali definito come “fattore g”. Successivamente, l’idea di un’intelligenza generale è stata messa da parte a favore di un punto di vista multi-dimensionale del fenomeno.
La principale distinzione fatta dagli psicologi è tra intelligenza fluida e intelligenza cristallizzata: la prima esprime un tipo di intelligenza generale e riguarda essenzialmente le capacità mnemoniche e cognitive, la seconda le informazioni e le competenze acquisite con l’esperienza. In altre parole, l’intelligenza cristallizzata concerne apprendimenti legati alla cultura di appartenenza e alla propria storia personale.
Tra le principali teorie sull’intelligenza, si segnala il contributo di L. Thurstone., che individua 6 attitudini intellettive primarie: la memoria, la comprensione verbale, la fluidità verbale, l’abilità numerica, il ragionamento, la visualizzazione spaziale.
J.P.Guilford, invece, considera le diverse abilità mentali secondo l’asse delle operazioni (memoria, valutazione, cognizione, produzione divergente e produzione convergente ), dei prodotti (relazioni, sistemi, implicazioni, classi, trasformazioni, unità ) e dei contenuti (simbolico, semantico, comportamentale, figurale): i fattori dei suddetti assi vengono combinati fra loro in modo da creare una sorta di “mappatura” delle competenze dell’individuo.
Più di recente, la teoria delle intelligenze multiple avanzata da Howard Gardner afferma l’esistenza di almeno 8 tipi di intelligenza; questi sono compresenti, seppur in grado diverso, in ogni individuo, e godono di una certa indipendenza l’uno dall’altro (tale indipendenza si esplicita, secondo Gardner, nel fatto che intelligenze diverse sono associate a diversi sistemi indipendenti dal punto di vista neurologico). Vengono quindi distinte l’intelligenza interpersonale, intrapersonale, corporeo-cinestetica, naturalistica, logico-matematica, musicale, linguistica e spaziale. L’autore sottolinea come tutte le attività implichino l’uso di diverse intelligenze che operano insieme.
La psicologia cognitiva propone un approccio allo studio dell’intelligenza che valuti non tanto gli aspetti strutturali, quanto il processo e la velocità (c.d. modello dell’elaborazione delle informazioni). Vengono quindi prese in considerazione le modalità con cui gli individui memorizzano ed elaborano le informazioni, nonché il modo in cui queste vengono usate a fini adattivi e allo scopo di produrre comportamenti funzionali alla situazione, adeguati ed intelligenti.
Oltre agli aspetti cognitivi dell’intelligenza, oggi non può più trascurarsi un importante tipo di intelligenza aspetto della vita mentale di ogni essere umano: l’intelligenza emotiva.
In particolare, l’intelligenza emotiva si riferisce al grado di autoconsapevolezza riguardo il proprio mondo emotivo e concerne quindi il modo in cui le emozioni vengono esperite, valutate, espresse e regolate. L’intelligenza emotiva è alla base dell’empatia, di una comunicazione che “crea legame”.